Si intende per responsabilità la consapevolezza di rispondere dei propri comportamenti, motivandoli e accettandone le conseguenze. In ambito medico si riassumono negli obblighi e nei doveri per la quale chi è chiamato a rispondere in prima persona di un azione nell’esercizio delle proprie funzioni in piena autonomia operando in modo tale da garantire assistenza alla singola persona. La normativa: Il diritto al risarcimento va indirizzato alla struttura che fornisce le prestazioni sanitarie e che si avvale dell’opera dei medici: per gli eventuali errori di questi, e più in generale per le loro condotte che causano danni ai pazienti, la struttura di cura (ospedale, clinica, laboratorio ecc.) risponderà a titolo di responsabilità contrattuale. Si Veda la legge dell’08/03/2017 n° 24. Questo pone un unico onere a carico del paziente, dimostrare di essersi rivolto alla struttura, contrattualmente legato e di aver subito un danno. (es: cartella clinica - foglio di dimissioni). Può inoltre essere invocata anche la responsabilità del medico che ha fatto l’errore: ma questa, in base alla legge rientra nell’ extracontrattuale (oppure abbia agito nell’adempimento di obbligo contrattuale assunto con il paziente). Per giudicare la condotta medica e stabilire se vi sia o meno una responsabilità, la legge prevede delle “linee guida” espresse tramite il “Sistema nazionale per le linee guida” alla quale tutti gli operatori sanitari vi si devono attenere. Errori Sanitari, quali sono le casistiche più frequenti? 1. Le diagnosi errata; 2. Le diagnosi ritardate (se il ritardo complica o pregiudica le condizioni di salute del paziente); 3. Non aver prescritto esami che avrebbero potuto chiarire meglio le condizioni di salute del paziente; 4. Un intervento chirurgico eseguito in modo errato; 5. La cattiva gestione delle cure successive ad un intervento; 6. Infezioni Ospedaliere. Quando si configura l’errore medico? Si parla di errore medico quando una scelta terapeutica procura al paziente non un beneficio ma un danno, causando un peggioramento delle sue condizioni di salute. Il peggioramento può essere determinato dall’errore del medico, ma si configura responsabilità anche quando, a seguito di un intervento inadeguato o sbagliato, non viene impedito il normale decorso della malattia. Questo principio vale sia quando ci si trova di fronte ad una operazione chirurgica eseguita in modo non corretto, sia quando si prescriva, ad esempio, la somministrazione di farmaci senza considerare una situazione di allergia, o che l’assunzione di una specifica medicina associata ad altri farmaci causi delle complicazioni. In caso di Errore medico chi paga il danno? La legge ha introdotto l’obbligo, per tutti gli ospedali pubblici e privati e per i professionisti che entrano in rapporto diretto coni pazienti, di stipulare una polizza assicurativa che copra i rischi derivanti dalla responsabilità medica. Anche se con franchigie molto alte, esse devono sussistere, ciò comporta che una parte del valore del danno verrà pagata dalla compagnia assicuratrice mentre l’altra parte dall’azienda ospedaliera. Se questa polizza fosse totalmente assente, i pazienti possono ricorrere a un apposito fondo che garantisce i danni loro derivati da responsabilità medica, alimentato con il versamento di un contributo annuale da parte delle imprese di assicurazione. Il Fondo opera anche nel caso in cui i massimali assicurativi siano inferiori rispetto al risarcimento dovuto ai pazienti. Il medico va in tribunale? Sì, i pazienti che sono rimasti vittima di errori da parte dei sanitari che li hanno avuti in cura possono e hanno diritto in caso di negazione su un diritto di risarcimento di rivolgersi al giudice per poter ottenere il risarcimento del danno subito, supportati dall’ausilio di professionisti che valuteranno l’eventuale rapporto di causalità tra il danno e un operato non corretto da parte del medico. Il giudizio in tribunale è sempre subordinato a un procedimento di Accertamento Tecnico Preventivo, (A.T.P) che ha l’obiettivo di favorire il raggiungimento di accordi tra le parti senza affrontare un duro e complicato processo, al quale si affianca la possibilità di tentare la strada della mediazione. Gli ospedali con una Direzione sanitaria responsabile aderisce a questa valutazione. Altre ,volte unicamente a disconoscere le responsabilità medica, lo dovranno riconoscere in seguito ad un giudizio ordinario, ma la responsabilità verrà riconosciuta. La responsabilità medica è penale o civile? La responsabilità medica può comportare conseguenze sia penali che civili. La legge prevede una particolare responsabilità penale dei medici per omicidio colposo o lesioni cagionati nell’esercizio della professione sanitaria, responsabilità che è tuttavia esclusa per imperizia nel caso in cui il sanitario dimostri di essersi attenuto, nell’esecuzione della sua opera professionale, alle linee guida o alle buone prassi clinico-assistenziali, ciò nonostante si può configurare il danno e si procede civilmente. Gli errori Sanitari sono tutti risarcibili? Le tipologie di danno risarcibile in conseguenza a responsabilità medica sono molteplici e ricomprendono quello prodotto da errore diagnostico, quello prodotto da errore terapeutico, oppure da omessa vigilanza ecc. In generale, i casi di responsabilità medica sono strettamente correlati alla causazione di un danno iatrogeno, inteso come ogni lesione alla salute psico- fisica determinata dalla colpa del singolo medico, dalla carenza strumentale della struttura sanitaria oppure dalla mancanza del consenso informato. Quali sono le responsabilità degli infermieri? Gli infermieri sono coloro che a supporto dei medici svolgono attività di carattere preventivo, applicazione delle cure e riabilitative, sono particolarmente vicine alle persone lungo tutte le fasi della vita, da quando nasce fino al giorno della morte. IN SALA OPERATORIA: Il loro ruolo si contraddistingue per la complessità delle procedure chirurgiche: numero di persone e professionalità coinvolte e, soprattutto, condizioni acute e critiche dei pazienti. Ciascun sanitario è responsabile non solo del rispetto delle regole di diligenza e perizia connesse alle mansioni svolte, ma deve costituire una garanzia per la condotta degli altri componenti e porre rimedio ad eventuali errori altrui. L’INFERMIERE DI SALA : È responsabile della preparazione delle apparecchiature e del materiale per l’anestesia, del buon posizionamento del paziente sul lettino operatorio e della gestione per l’intervento chirurgico. L’INFERMIERE ANESTESISTA: A supporto del medico anestesista, collabora con lui nella preparazione del materiale occorrente per la sedazione e/o l’intubazione del paziente ed altro. L’INFERMIERE STRUMENTISTA: È responsabile del mantenimento della sterilità della sua persona, del campo operatorio, della vestizione del chirurgo. Troppo spesso acquisizione di infezioni compromettono la salute dei pazienti. Ulteriori attività dell’infermiere: L’infermiere si occupa di: destinazioni del malato, modalità di trasporto e codice di gravità (codice rosso emergenza, codice giallo urgenza, codice verde problema acuto, codice bianco problemi lievi). Eventuali profili di responsabilità dell’addetto alla centrale operativa possono derivare da valutazioni errate circa lo stato di salute del paziente: errate valutazioni potranno essere imputate del reato di lesioni. Somministrazione farmaci Nel somministrare farmaci su indicazione del medico, l’infermiere deve rispettare le giuste regole che consiste in una serie di precauzioni, ovvero: • la giusta via di somministrazione • la giusta posologia • la corretta dose • la corretta registrazione • il monitoraggio post-somministrazione • il farmaco prescritto • il paziente destinatario • il corretto orario Domande e risposte: Quando si configura negligenza? Quando è palese un atteggiamento di trascuratezza o mancanza di attenzione accortezza o una mancanza di diligenza, ovvero una voluta omissione o superficialità di atti che si ha il dovere di compiere. Quando si configura l’imperizia? Si intende l’insufficiente cognizione di causa, sia dal punto di vista teorico sia della manualità, in relazione allo standard minimo che un sanitario in realtà dovrebbe avere, in relazione al proprio livello di professione dichiarata. Quando si configura l’imprudenza? Si configura con la scarsa cautela nell’esercizio della propria attività , senza pensare a prevedere situazioni di pericolo, sulla base dell’esperienza generale e dalle singole competenze ed eventuali complicanze. In altre parole, è caratterizzata da un comportamento avventato, eseguito senza, il necessario approfondimento. I diritti del malato: Affinchè sia salvaguardata la salute dei malati, ci sono delle regole che vanno: R I S P E T T A T E ! ! ! Quali sono? • Il malato ha il diritto ad utilizzare i servizi sanitari che il suo stato di salute richiede. I servizi sanitari devono garantire uguale accesso a ognuno, senza discriminazioni. Per capire: Ogni persona ha diritto a servizi adeguati, indipendentemente dal fatto che sia stato ammesso in una struttura ospedaliera. Ogni persona, anche senza regolare permesso di soggiorno, ha il diritto alle cure urgenti ed essenziali, tanto in regime di ricovero che di assistenza esterna. • Il malato ha diritto ad accedere a tutti i tipi di informazione che riguardano lo stato di salute e i servizi sanitari messi a disposizione. Per capire: I professionisti medici devono assicurare un’informazione adeguata, tenendo conto le sue specificità esempio: religiose, etniche o linguistiche ecc. I sanitari hanno il dovere di rendere tutte le informazioni facilmente accessibili, abituando i prestatori di assistenza sanitaria, fornendo al paziente materiale informativo. Un paziente ha il diritto di accedere direttamente alla sua cartella clinica non è “un segreto di stato”,può fotocopiarle, fare domande circa il loro contenuto e di ottenere se giustificato la correzione di errori in essa contenuti. • Il malato ha diritto a servizi appropriati a prevenire la malattia. Per capire: I servizi sanitari hanno il dovere di aumentare la consapevolezza delle persone, garantendo procedure sanitarie a intervalli regolari e libere da costi per le persone, rendendo disponibili per tutti i risultati della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica. • Il malato ha il diritto ad accedere a tutte le informazioni per poter avere piena consapevolezza delle decisioni che riguardano la sua salute. Queste informazioni sono fondamentali prima di accettare qualsiasi trattamento. Per capire: Gli operatori dei servizi sanitari devono dare al paziente tutte le informazioni relative a un trattamento o a una operazione cui deve sottoporsi. Tali informazioni devono comprendere i rischi e i disagi associati, gli effetti collaterali e le alternative. Queste informazioni devono essere date con sufficiente anticipo (almeno 24 ore prima) per mettere il paziente in condizione di riflettere sulle scelte terapeutiche riguardanti il suo stato di salute. Gli operatori dei servizi sanitari devono usare con il paziente un linguaggio semplice e comprensibile, anche per chi è sprovvisto di una conoscenza specifica. In tutte le circostanze in cui è previsto sia un legale rappresentante a dare il consenso informato, il paziente, che sia un minore o un adulto incapace di intendere e di volere, deve essere coinvolto quanto più possibile nelle decisioni riguardano se stesso. Il consenso informato di un paziente deve essere ottenuto su queste basi. Un paziente ha il diritto di rifiutare un trattamento o un intervento medico e di cambiare idea durante il trattamento, rifiutando il suo proseguimento. Il paziente può anche rifiutare di ricevere informazioni circa il suo stato di salute. • Il malato ha il diritto di scegliere liberamente tra differenti cure, medici e ospedali sulla base di adeguate informazioni. Per capire: Il paziente ha il diritto di decidere a quali esami diagnostici e terapie sottoporsi, nonché quali medici di famiglia, specialisti od ospedali utilizzare. I servizi sanitari garantiscono questo diritto, fornendo ai pazienti informazioni sui diversi centri e professionisti in grado di fornire un certo trattamento. Essi devono eliminare ogni tipo di ostacolo che limiti l’esercizio di questo diritto. Un paziente che non ha fiducia nel suo medico ha il diritto di scegliere un altro. • Il malato ha diritto a ricevere i necessari trattamenti sanitari in un periodo di tempo veloce e predeterminato. Per capire: I servizi sanitari devono programmare i tempi di attesa entro i quali i servizi devono essere dati, in base al grado di urgenza del caso. I servizi sanitari devono assicurare ad ogni individuo l’accesso ai servizi necessari, garantendo la loro immediata iscrizione nel caso di liste di attesa. Ogni individuo ha il diritto di consultare le liste di attesa. Nel caso in cui i servizi sanitari non siano in grado di fornire i servizi nel tempo massimo stabilito, deve essere garantita la possibilità di usufruire di servizi alternativi e ogni costo da ciò derivante per il paziente deve essere rimborsato in un tempo ragionevole. I medici devono dedicare il giusto tempo ai loro pazienti, compreso il tempo dedicato a fornire informazioni. • Il malato ha il diritto alla confidenzialità delle informazioni di carattere personale, incluse quelle che riguardano il suo stato di salute e le possibili procedure diagnostiche o terapeutiche, così come ha diritto alla protezione della sua privacy durante l’attuazione di esami diagnostici, visite specialistiche e trattamenti medico-chirurgici in generale. Per capire: Tutte le informazioni relative allo stato di salute di un individuo, nonché ai trattamenti medici o chirurgici ai quali esso è sottoposto, sono privati pertanto come tali, protetti. La privacy delle persone deve essere rispettata, anche nel corso dei trattamenti medici e chirurgici (esami diagnostici, visite specialistiche, medicazioni, ecc.), devono svolgersi in posti adeguati e in presenza di personale assolutamente necessario (a meno che il paziente non lo abbia esplicitamente richiesto). • Il malato ha il diritto di accedere a servizi sanitari di alta qualità, sulla base della definizione e del rispetto di precisi standard. Per capire: Il diritto a servizi sanitari di alta qualità richiede che le strutture sanitarie e i professionisti pratichino livelli elevati di prestazioni tecniche, di comfort e di rapporti. Questo induce al rispetto di precisi standard di qualità, fissati per mezzo di una procedura di consultazione pubblica e rivisti e valutati periodicamente. Il malato ha il diritto di essere esentato dai danni derivanti dal cattivo funzionamento dei servizi sanitari, dalla mal pratica agli errori medici, e ha il diritto di accesso a servizi e trattamenti sanitari che garantiscano elevati standard di sicurezza. Per capire: Al fine di garantire questo diritto, gli ospedali e i servizi sanitari devono vigilare sistematicamente i fattori di rischio ed assicurare che i dispositivi sanitari elettronici siano mantenuti in buono stato e che gli operatori siano qualificati. Tutti i professionisti sanitari devono essere pienamente responsabili della sicurezza di ogni fase ed elemento di un trattamento medico. I medici devono essere in grado di prevenire i rischi di errori attraverso una costante formazione del personale.Gli operatori sanitari che riferiscono l’esistenza di rischi ai loro responsabili / colleghi devono essere protetti da possibili conseguenze avverse. • Il malato ha il diritto di accedere alle procedure innovative, incluse quelle diagnostiche, secondo gli standard internazionali e indipendentemente da considerazioni economiche o finanziarie. Per capire: I servizi sanitari hanno il dovere di promuovere e sostenere la ricerca in campo biomedico, allo scopo di migliorare il servizio di continuo dedicando particolare attenzione alle malattie rare. • Il malato ha il diritto di evitare quanta più sofferenza possibile, nel decorso della propria malattia. Per capire: I servizi sanitari devono impegnarsi ad assumere tutte le misure utili a questo fine, mettendo in atto tutte le terapie consentite utili a questo fine esempio: fornendo cure palliative e semplificando l’accesso di pazienti a esse. • ogni malato ha il diritto a programmi diagnostici o terapeutici quanto più possibile adatti alle sue personali esigenze. Per capire: I servizi sanitari devono assicurare, programmi flessibili, orientati quanto più possibile alle persone, assicurando che i criteri di convenienza non prevalgano sul diritto alle cure. • Ogni malato ha il diritto di reclamare ogni volta abbia subito un danno e ha il diritto a ricevere una risposta. Per capire: I servizi sanitari devono garantire l’esercizio di questo diritto, assicurando ai malati l’informazione circa i loro diritti, mettendoli in condizioni di riconoscere le violazioni e formalizzare il loro reclamo. I reclami devono essere fatti tramite procedure standard e facilitati da istituzioni indipendenti e/o da organizzazioni dei cittadini e non possono pregiudicare il diritto dei pazienti ad avviare un’azione legale o a perseguire procedure di conciliazione. • Il malato ha il diritto di ricevere il giusto risarcimento in un tempo ragionevolmente breve ogni qual volta abbia sofferto un danno fisico, morale e psicologico causato da un trattamento di un servizio sanitario. Per capire: I servizi sanitari devono garantire un risarcimento, qualunque danno sia fatto e la sua causa qualunque essa sia anche quando la responsabilità ultima non può essere determinata con assoluta certezza, ma per la “più alta probabilità che non...”. Il consenso Informato: L’ARTICOLO 32 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA STABILISCE CHE NESSUNO PUÒ ESSERE OBBLIGATO AD UN DETERMINATO TRATTAMENTO SANITARIO SE NON CONTRARIO ALLE NORME DI LEGGE. LA LEGGE NON PUÒ IN NESSUN CASO VIOLARE I LIMITI DEL RISPETTO DELLA PERSONA. In pratica: Alcune terapie e interventi ed esami che hanno bisogno di un consenso scritto da parte del paziente perché invasivi e/o comportano dei rischi per la sua salute. Pertanto devono essere date le informazioni necessarie a capire di cosa si tratta e se accettare o meno al trattamento. Con il consenso informato si ha il diritto a essere messi al corrente del perché sia necessario sottoporsi ad esami, terapie o interventi chirurgici, a essere informati sui rischi e benefici, a conoscere il nome dei farmaci che devono essere assunti e la loro azione e a rifiutare quanto proposto. In caso di pericolo imminente di vita, però, è solo il medico a decidere come procedere, senza bisogno di richiedere il consenso. Domande e risposte:> Posso rifiutare alcune cure / terapie mediche? Il rifiuto dei trattamenti sanitari è un diritto del paziente. Davanti ad un rifiuto di qualsiasi cura, il medico non può che limitarsi ad informare con scrupolosità il paziente su ciò che ha e ciò che lo aspetta, ma deve verificare che la scelta del malato sia consapevole e priva di condizionamenti tali da invalidarne la formazione della volontà. Un esempio noto a tutti è il rifiuto dei Testimoni di Geova ai trattamenti con il sangue, essi si avvalgono di questo diritto, la facoltà della scelta terapeutica, giusta o sbagliata essa possa al medico risultare. Il medico davanti a un rifiuto come deve agire? Verificato che il rifiuto delle cure è frutto di una scelta consapevole, il medico deve prenderne atto e fermarsi, anche se il mancato intervento implica l’aggravamento dello stato di salute del paziente. In tal caso il medico è sollevato da ogni responsabilità , poiché di fronte ad un rifiuto delle cure, assecondare le richieste di astenersi da qualunque tipo di attività sanitaria è doverosa. Se si tratta di un minorenne chi decide? La potestà sui figli è esercitata da entrambi i genitori o da un solo genitore se l’altro è morto o decaduto o sospeso dalla potestà genitoriale. Nel caso dei comuni trattamenti medici (visite, medicazioni, prescrizioni, certificazioni) è sufficiente il consenso espresso da uno solo dei genitori. Per trattamenti medici di maggiore importanza, come quelli per i quali è necessario acquisire il consenso scritto, è necessario l’assenso di entrambi i genitori. L’eventuale contrasto di opinione va risolto dal giudice tutelare. Il minore ha voce in capitolo? Il medico deve tener conto anche della volontà del paziente minorenne, in rapporto con l’età e con la sua capacità di comprensione, fermi restando i diritti dei genitori. Il medico, quindi, deve prendere in considerazione l’opinione del minorenne, in funzione dell’età e del suo grado di maturità e possibilmente raggiungere un consenso congiunto fra genitori e figlio minore. Nel caso in cui sussista un contrasto inconciliabile fra la volontà del minore e quella dei genitori, la decisione se deve essere rimessa al giudizio del giudice tutelare. Il minore può decidere da solo? Per alcuni trattamenti sanitari la legge esclude l’obbligo di acquisire il consenso dei genitori, ritenendo sufficiente il solo consenso del paziente minorenne. Sono situazioni specifiche per le quali il medico può procedere a prescindere dal consenso o dissenso dei genitori e anche a loro insaputa. • Accertamenti diagnostici, anche di laboratorio, e cure qualora si presentino sintomi di insorgenza di una malattia trasmessa sessualmente; • Prescrizioni mediche e somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte in ordine alla procreazione responsabile; • Interruzione volontaria della gravidanza quando il giudice tutelare abbia autorizzato la minorenne a decidere anche a prescindere dal consenso dei genitori in presenza di seri motivi che impediscono o sconsigliano la loro consultazione o che inducano a procedere contro il loro parere; • Accertamenti diagnostici e interventi terapeutici e riabilitativi al minorenne che faccia uso personale di sostanze stupefacenti, mantenendo l’anonimato del minorenne nell’accesso ai servizi per le tossicodipendenze. Cosa si intende con l’incapacità di intendere e volere? Il paziente maggiorenne per il quale il giudice abbia dichiarato l’interdizione per infermità mentale, è rappresentato legalmente dal tutore nominato dallo stesso magistrato. Il tutore ha titolo per esprimere il consenso alle prestazioni sanitarie nell’interesse della persona assistita. In ogni caso il medico deve cercare di far comprendere la situazione anche al paziente oggetto di tutela, nei limiti in cui ciò sia possibile. Amministrazione di sostegno quando viene nominato? Il paziente maggiorenne che si trovi nell’impossibilità, anche parziale o momentanea, di provvedere ai propri interessi, può essere affiancato da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. L’amministratore di sostegno, quindi, non si sostituisce al paziente, ma lo supporta e lo affianca. Il medico deve ricercare il consenso prioritariamente dal paziente diretto interessato, ma con il supporto e l’aiuto dell’amministratore di sostegno. SE SIAMO IMPOSSIBILITATI A DECIDERE ? Il paziente maggiorenne capace di intendere e di volere, può trovarsi in una momentanea situazione di incapacità a decidere. In questi casi il medico è autorizzato a prestare le cure indispensabili, pur senza aver raccolto il suo consenso, attuerà il trattamento terapeutico in modo da portare il paziente verso un miglioramento della propria capacità decisionale e quindi possa essere in condizione di affrontare gli atti più complessi sotto il profilo terapeutico. A questo punto il medico raccoglierà il consenso informato!! Se l’incapacità persiste, il medico, previo colloquio coi familiari dell’assistito, potrà chiedere la nomina di un amministratore di sostegno o altri eventuali provvedimenti legali a tutela del paziente. COME PREVENIRE QUESTA SITUAZIONE? Se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà e il proprio consenso, il medico deve tener conto, nelle proprie scelte terapeutiche, di quanto precedentemente manifestato in modo certo e documentato dal paziente stesso, quando aveva piena libertà decisionale. Si tratta delle “Direttive Anticipate”, cioè di espressioni di volontà formalizzate per atto scritto dal paziente maggiorenne capace DI PROPRIO PUGNO E SOTTOSCRITTE, di intendere e di volere, che indicano se e in quali ambiti egli acconsente a determinati trattamenti sulla sua persona, nel caso in cui si trovi a vivere condizioni di affievolimento o annullamento di coscienza. QUANDO IL MEDICO PUO' NON TENERNE CONTO? In uno stato di necessità, quando il medico si trova ad agire, mosso dalla necessità di salvare il paziente dal pericolo di un danno grave alla sua persona e l’intervento che effettua è proporzionale al pericolo che intende evitare. In questo caso il medico è autorizzato, anche senza consenso, ad agire per il meglio del paziente. I FAMILIARI POSSONO INTERCEDERE? Solo al paziente maggiorenne capace di intendere e di volere spetta il diritto di esprimere o meno il consenso all’atto medico.I familiari non hanno alcun ruolo, a meno che il paziente stesso non glielo riconosca. Ciò può accadere quando il paziente, per sua scelta, non vuole conoscere niente della sua malattia e delega un proprio congiunto a ricevere le informazioni sul suo stato di salute. In questi casi il medico deve rispettare le decisioni del paziente e quindi fornire l’informativa al familiare indicato dal paziente stesso, ferma restando la raccolta del consenso dal diretto interessato. Per quanto riguarda il paziente minorenne, si è già detto del ruolo dei genitori. Per quanto riguarda, invece, il paziente temporaneamente incapace o il paziente anziano con problemi cognitivi, si è detto dell’opportunità che il medico intrattenga sempre un colloquio coi familiari circa la situazione clinica dell’assistito. Bisogna però precisare che in queste circostanze i familiari non hanno un potere decisionale legalmente riconosciuto e il rapporto del medico coi familiari serve solo per condividere un percorso assistenziale e terapeutico, ma senza che le decisioni dei familiari siano di per sé tassative e vincolanti per il medico. Solo in un caso la legge attribuisce espressamente un ruolo legalmente vincolante ai familiari: si tratta dei casi di manifestazione del consenso al trapianto di organi. Infatti a norma di legge, in caso di morte del paziente e in assenza di un suo preventivo consenso all’espianto, questo può essere validamente prestato dal coniuge non separato, dal convivente di fatto o, in mancanza, dai figli maggiorenni o, in mancanza, dai genitori o dall’amministratore di sostegno se presente. I diritti di un cittadino straniero: Quali sono? Chi non è cittadino italiano può ottenere cure preventive, urgenti ed essenziali, a parità di condizioni e di opportunità con il cittadino italiano, anche se non è in regola. La legge 40/98: “.....ha sancito che alcuni tipi di cure, considerate essenziali, devono essere garantite a tutti, stabilendo le regole attraverso cui queste possono venire erogate. Questa legge ha introdotto una novità importante nell’idea di diritto alla salute, portandolo da un diritto del cittadino a un diritto della persona. In particolare si stabilisce che anche chi non è cittadino italiano (Straniero Temporaneamente Presente) può ottenere alcuni tipi di cure esattamente come il cittadino italiano, anche per coloro che sono presenti in Italia in situazione di irregolarità......” Domande e risposte: Quali sono gli strumenti per ricevere assistenza? A disposizione degli stranieri che si trovano temporaneamente e/o vivono sul territorio italiano vi sono alcuni strumenti utili per poter usufruire dei principali servizi sanitari. LA TESSERA TEAM: La Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM)consente ai cittadini dei 28 Stati membri dell’Unione Europea e di Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, di accedere ai servizi sanitari pubblici dello stato ospitante (medici, farmacie, ospedali o cliniche) esattamente come i residenti. Se si ricevono cure mediche in uno stato in cui l’assistenza sanitaria è a pagamento, si è rimborsati immediatamente o dopo il rientro. Le informazioni riportate sulla tessera sono: nome e cognome, numero di identificazione personale e data di nascita. IL CODICE STP: Il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente) è lo strumento per avere diritto all’assistenza sanitaria da parte dei cittadini extra-UE irregolarmente presenti sul territorio. È rilasciato dalle ASL all’atto della richiesta di cure oppure su richiesta dell’interessato. I medici ospedalieri utilizzando il codice STP al posto del Codice Fiscale, possono rilasciare impegnative per medicinali e/o prestazioni specialistiche ai cittadini extracomunitari irregolari. Il codice STP dà diritto all’accesso alle prestazioni e ai farmaci a parità di condizioni con il cittadino italiano. E per i cittadini comunitari residenti? Gli stranieri che hanno la cittadinanza degli Stati dell’UE, regolarmente residenti in Italia, sono iscritti obbligatoriamente, a parità di condizioni con i cittadini italiani residenti, al Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L’iscrizione dà diritto: alla scelta del medico e/o pediatra; alle cure mediche specialistiche (dietro richiesta medica) pagando il ticket previsto; a ricoveri ordinari e in regime di Day Hospital gratuiti; all’acquisto di farmaci. Per iscriversi, il cittadino comunitario deve presentare alla Azienda Sanitaria Locale (ASL) di residenza: autocertificazione di residenza e stato di famiglia, codice fiscale e dichiarazione relativa ai familiari a carico. Se non si fa parte dell unione europea? Hanno diritto all’iscrizione al SSN e alla stessa assistenza dei cittadini italiani, che si estende anche ai familiari a carico regolarmente soggiornanti, o che abbiano richiesto il rinnovo del permesso di soggiorno. L’iscrizione al SSN non è dovuta a persone ultrasessantacinquenni, genitori di cittadini extracomunitari in possesso di un permesso di soggiorno per motivi di famiglia; titolari di permessi di soggiorno per affari; lavoratori dipendenti da datori di lavoro aventi sedi all’estero; categorie specifiche di giornalisti; chi gode della Convenzione di Vienna. Tali categorie sono comunque tenute ad avere una copertura assicurativa per sé e per i propri familiari e possono iscriversi volontariamente al SSN pagando un contributo. Se non ha il permesso di soggiorno? L’assistenza ai cittadini stranieri non in regola viene garantita dal codice STP (Stranieri Temporaneamente Presenti). Per il rilascio non è richiesto alcun documento di riconoscimento. L’accesso alle strutture sanitarie non comporta alcuna segnalazione, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto. Ai cittadini stranieri non in regola sono assicurate le cure essenziali e continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi ai programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva. Inoltre, sono assicurate: • tutela della gravidanza e della maternità; • tutela della salute del minore; • interventi di profilassi internazionale; • profilassi, diagnosi e cure delle malattie infettive; • vaccinazioni. Lo straniero in possesso del tesserino STP è esonerato dalla quota di partecipazione alla spesa, alla pari del cittadino italiano, per quanto concerne: • le prestazioni sanitarie di primo livello e le urgenze; • lo stato di gravidanza (per le prestazioni del DM 1009/98); • le patologie esenti; • età inferiore a 6 anni e superiore ad anni 65 (in base al reddito); • gravi stati invalidanti; • accertamenti e farmaci correlati alle patologie di cui al DM329/99. Per capire: Non essendo iscritti né iscrivibili al SSN, gli stranieri con tesserino STP non possono usufruire del medico di base e del pediatra di libera scelta. Per le visite e prescrizioni per accertamenti e consulenze specialistiche possono rivolgersi agli ambulatori delle ASL e ai Policlinici Universitari. Per la prima accoglienza dell’età pediatrica, è possibile usufruire degli ambulatori pediatrici ospedalieri, consultori pediatrici, consultori familiari.